Quando si tratta di scegliere la nostra compagna di avventure a due ruote, le preferenze individuali ci guidano nella scelta per avvicinarci il più possibile ai nostri gusti.
Il mercato è sempre più ricco e propone nuovi modelli che vanno a colmare i pochi spazi lasciati vuoti fra un segmento e l’altro. È il caso della Specialized Turbo Levo SL, in realtà sul mercato da qualche tempo, che noi abbiamo avuto modo di testare a fondo in queste settimane grazie a più tester che si sono cimentati su terreni differenti.
Un paio di anni fa abbiamo provato la Lapierre E-Zesty, che aveva caratteristiche simili e che è stata una delle prime “ebike leggere” lanciate sul mercato, oggi ancora molto attuale: qui trovate la nostra recensione https://www.e-biketour.net/lapierre-e-zesty-am-90/. La Specy Levo SL è una emtb con motore e batteria sottodimensionati per renderla leggera e agile (quasi) come una Stumpjumper, la Trail All – Mountain da 150 mm e ruote da 29” che da anni è un riferimento nel suo segmento.
Il nostro test
Le nostre recensioni si orientano sempre sulle sensazioni di guida per individuare l’utente a cui può piacere di più. Non ci concentriamo sulle caratteristiche tecniche che si possono trovare sul sito del produttore e su numerosi articoli della stampa di settore.
Noi abbiamo noleggiato le Levo SL per non essere vincolati in alcun modo nel giudizio finale. Il nostro fornitore è stato ENG Bikes di Torino che segnaliamo per la serietà e per le ottime condizioni in cui ci ha consegnato le e-bike a noleggio. I noleggi sono stati di più giorni, in periodi e con biker differenti. Questo resoconto è una sintesi di quanto è emerso.
MTB o E-Bike?
Non apriamo un dibattito mai chiuso: ognuno deve fare le proprie scelte divertendosi con il mezzo che gli dà più soddisfazione. La nostra riflessione cerca di individuare il biker che può trarre maggiori vantaggi nel passaggio da “muscolare” a elettrica.
Salendo in sella ci rendiamo subito conto della familiarità con la Stumpjumper: il peso sotto i 20 kg si sente e permette una pedalata molto piacevole anche a motore spento.
Ma non è questo il nostro obiettivo. Il motore ci assiste meno di quelli montati sulla Turbo Levo e sulle ebike della concorrenza: sono tre i livelli, il primo aggiunge circa un 30% alla nostra spinta sui pedali, il secondo livello arriva attorno al 60% e il terzo si ferma al 100% in più. Significa raddoppiare il nostro sforzo ma è ancora ben al di sotto di quanto si ottiene con i motori “classici”, che arrivano al 400%.
L’erogazione del motore della Levo SL
Accendendo il motore lo troviamo sul secondo livello: noi scendiamo al primo per testare gli aiuti in modo progressivo. La spinta in pianura e falsopiano è sufficiente per rendere la pedalata molto fluida, la bici leggera e l’ottima scorrevolezza di tutti i componenti permettono una pedalata efficace e piacevolmente dolce. L’erogazione è molto naturale e non sembra quasi di avere l’aiuto elettrico.
Appena si inizia a salire la fatica aumenta proporzionalmente: spingendo sui pedali si percepisce ancora un beneficio rispetto a una MTB fino a una pendenza inferiore al 10%. Oltre si riesce ancora a salire ma lo sforzo sui pedali si avvicina molto a quello che richiede una bici senza motore.
Per annullare il peso in più e beneficiare di un aiuto elettrico dobbiamo passare al secondo livello. Il cambio di assistenza durante la pedalata è molto progressivo: se tardiamo a selezionare il secondo livello e lo facciamo quando siamo già “impiccati”, il beneficio è poco evidente e rischiamo di non riuscire ad aumentare la cadenza di pedalata per riportarla su valori ottimali, anche in questo caso sugli 80-90 rpm (giri al minuto). Quindi conviene anticipare le salite più toste utilizzando subito il cambio meccanico ma anche con l’assistenza elettrica in modo da avere sempre una cadenza di pedalata ottimale. La poca coppia fornita dal motore deve essere aiutata da una pedalata rapida e rotonda.
Questo forse è l’aspetto che ci ha lasciati più perplessi: chi arriva dalla MTB è abituato a cadenze meno vorticose, con una emtb deve cambiare radicalmente il suo modo di pedalare. Succede con tutti i motori, intendiamoci, ma su questo che è l’anello di congiunzione fra i due mondi, avremmo preferito un comportamento di maggiore mediazione.
Un altro aspetto curioso è nella ripartenza da fermi: con il secondo e il terzo livello il motore eroga quasi subito una buona coppia che ci fa schizzare in avanti in modo molto meno naturale di quanto ci aspetteremmo. Il vantaggio è una più agevole ripartenza nel difficile ma viene penalizzata un po’ la sensazione di essere su una bici quasi “muscolare”. Diciamo che altri motori, come ad esempio lo Shimano ep8, riescono a fare meglio.
Ma quanto aiuta il motore della Specialized Levo SL?
Ma quanto aiuto ci possiamo aspettare dalla Turbo Levo SL? Newton Metri di coppia e % di assistenza non ci dicono tutto. Facciamo un confronto con i principali competitor, quelli che non possono essere troppo customizzati con le app altrimenti perderemmo i punti di riferimento. E facciamolo utilizzando le impostazioni di fabbrica, senza personalizzarle con l’app proprietaria.
Il primo livello di assistenza è inferiore rispetto all’Eco di Bosch, sia del 3Gen sia di quello attuale di quarta generazione. È anche più basso dell’Eco di Shimano E8000 settato con l’app sul livello più basso di assistenza. Rispetto a Yamaha siamo abbastanza vicini all’Eco Plus, il suo livello più risparmioso. C’è un però: la scorrevolezza esemplare della bici, l’ottima distribuzione dei pesi anche nelle salite più ripide e il suo peso inferiore ci aiutano ad affrontare percorsi più ripidi di quelli che potremmo fare in Eco con ebike “tradizionali”.
Salendo al secondo livello di assistenza abbiamo un aiuto che aumenta in modo progressivo e richiede un paio di secondi per far percepire la differenza. In questo caso siamo poco sopra l’Eco di Bosch, fra il settaggio basso e medio dell’Eco di Shimano e poco sotto l’Eco di Yamaha (secondo livello). Si riescono già a fare salite importanti a due cifre di percentuale ma lisce e scorrevoli altrimenti la gamba deve sopperire alla poca coppia.
Il terzo livello è quello che ci permette di avanzare più rapidamente, di utilizzare un rapporto più lungo o di superare rocce o radici anche importanti. Siamo vicini all’aiuto del Tour di Bosch e all’Eco tarato in alto per Shimano ma sotto lo Standard di Yamaha. La gamba è sempre fondamentale ma la leggerezza e l’equilibrio dinamico della Levo ST consentono di togliersi delle belle soddisfazioni anche su percorsi tecnici abbastanza ripidi.
Quanto consuma la Specy Levo ST?
La batteria da 320 wh ci porta subito a pensare a quanta strada e soprattutto dislivello ci potremmo fare.
Vi spoileriamo subito la risposta: tanta strada, se utilizzata con la logica per cui è stata progettata. Utilizzando tutti i livelli di assistenza in base al percorso si arrivano tranquillamente a superare i 1.500 metri di dislivello e i 50 km. In questo caso stiamo parlando di un biker mediamente allenato con corporatura diversamente magra sui 90 kg.
Se invece l’aiuto fornito dai primi due livelli di assistenza non è sufficiente, utilizzando sempre il terzo livello si arriva al massimo a 1.000 mt con biker di corporatura più minuta e peso inferiore ai 70 kg. Anche in questo caso c’è un però: è possibile aggiungere una batteria esterna opzionale che porta i wh totali a quasi 500, lo standard intermedio delle batterie sul mercato. In questo caso il nostro range cresce circa del 50% allungando le nostre uscite su percorrenze più che soddisfacenti.
E in discesa come va la SL?
La Specialized Levo SL in discesa è molto divertente e non fa rimpiangere le più corpulente e dotate emtb da Enduro.
Sembra di guidare una Stumpjumper. Anzi, per certi versi è anche meglio. Il maggior peso le conferisce una stabilità e una sicurezza di guida che la MTB ha solo in parte e la maggiore stazza non penalizza la vivacità di guida e il divertimento che una bicicletta leggera può regalare.
Nel veloce è rassicurante e precisa, nel tecnico aiuta a superare gli ostacoli con una ciclistica sempre all’altezza. Promossa a pieni voti!
Per chi è la Specialized Levo SL?
Abbiamo detto quasi tutto, adesso dobbiamo capire per chi è pensata la SL, chi ne può trarre i maggiori vantaggi.
La risposta è abbastanza semplice ed è già uscita fra le righe di questa recensione: è una e-bike fuori dal coro, per chi ama pedalare e sudare ma che vede i suoi obiettivi ridursi con il passare del tempo. Per mancanza di allenamento, per problemi fisici, per l’avanzare degli anni, le sue cime sono sempre più difficili da conquistare.
I 35 nm del motore possono aiutare a colmare questo divario e continuare a permettergli di salire fino a dove si vuole. L’autonomia è notevole se non abusiamo dell’assistenza e diventa davvero interessante montando la batteria supplementare: la soglia dei 2.000 mt di dislivello si può superare senza difficoltà.
Ma anche sui percorsi più tecnici, quelli che con la MTB non si riescono a fare, l’aiuto elettrico ti porta su senza esitazioni superando gradini e radici. Sempre con una buona spinta sulle gambe e con la giusta tecnica di guida.
Insomma, è una ebike per chi in MTB ci va da tempo, ha esperienza e una buona gamba. L’assistenza elettrica gli permette di superare la soglia e di sfidare mete sempre più ambiziose, faticando con il sorriso.
Cosa ci è piaciuto della Levo SL
La leggerezza che la rende molto simile a una Stumpjumper.
La stabilità e la sicurezza che infonde nella guida veloce e nel tecnico.
L’equilibrio generale di una ciclistica molto efficace.
La pedalata assistita con dolcezza e naturalità.
Cosa non ci è piaciuto della Levo SL
I freni Sram Guide R, poco potenti e un po’ spugnosi.
L’erogazione poco progressiva del motore quando si dà la prima pedalata utilizzando i livelli più alti di assistenza.
Ci sarebbe piaciuta più coppia disponibile a una cadenza di pedalata bassa.