Sul tubo obliquo c’è la scritta “Ducati Corse”, una promessa di emozioni e prestazioni.

Ma lo sappiamo bene, quando le aspettative sono elevate, è più difficile essere completamente soddisfatti.

Quale sarà l’esito del nostro E-Bike Test con la Ducati TK01 RR?

Antefatto

L’emtb del test ci viene consegnata in Thok E-Bikes direttamente da Stefano Migliorini, boss del marchio, ideatore e collaudatore di tutte le Thok: senza un suo ok i nuovi modelli rimangono solo un progetto.

Parlando con Stefano comprendiamo l’impegno e gli sforzi progettuali che il progetto TK01 ha richiesto. È l’e-bike della svolta, dopo il successo commerciale e il gradimento della Mig bisognava proporre una Enduro con tutti gli attributi per competere su un mercato sempre più affollato.

La Mig è stata fin dall’inizio una proposta fuori dal coro, con batteria esterna ancorata sotto il tubo obliquo e geometrie All Mountain che strizzavano l’occhio all’Enduro. Oggi vanno per la maggiore le batterie integrate e le quote ciclistiche più orientate verso utilizzi Gravity.

Ed ecco che la TK01 arriva ad affiancare la Mig, che a sua volta si evolve nella versione 2.0.

Il progetto

La precedente top di gamma delle e-bike Ducati era la Mig RR, noi l’avevamo provata in una comparativa fra i modelli di Thok E-Bikes.

Oggi possiamo replicare avendo già provato la Tkok TK01, quando fu lanciata in autunno (qui la sua recensione e il video del test) di cui la RR condivide telaio e il DNA enduristico.

La Ducati arriva a 180 mm di escursione sulla forcella Ӧhlins da 38, 10 mm in più rispetto alla Rock Shox della Thok, e una componentistica al Top: ammortizzatore Ӧhlins, freni e cambio Shimano XT, motore Shimano EP8 che noi abbiamo provato e confrontato con il precedente E9000 affiancato a una batteria integrata da 630 wh.

Il telaio è in alluminio 6061 con parti idroformate, forgiate e lavorate in CNC. Le sue geometrie hanno un angolo sterzo da 64.5° e un tubo sella abbastanza verticale a 75.5°, con un nuovo standard head tube da 1.8” tapered per un design unico e una maggiore rigidezza nell’area sterzo.

L’E-Bike Test

Per mettere alla prova la RR abbiamo scelto la Liguria di ponente, dove ci sono i Trail giusti per sollecitare a dovere una Enduro con queste caratteristiche.

Abbiamo alternato veloci percorsi flow a single track tecnici e tortuosi. Non ci siamo fatti mancare i rock garden molto diffusi in zona e i trasferimenti su sterrati e strade asfaltate, per un’analisi a 360°.

La scorrevolezza

L’avevamo già riscontrata sulla Thok e sulla Ducati ne abbiamo avuto conferma: il nuovo motore Shimano EP8 ha ridotto gli attriti del 36% e l’abbinamento con ruote di buon livello permette di pedalare con piacere a motore spento o di limitare l’assistenza del motore.

Su terreni pianeggianti, quando il motore stacca per legge a 25 km/h, riusciamo a superare questa soglia senza quasi accorgercene. In questo caso, il mix motore e componentistica aiutano moltissimo a rendere naturale e piacevole la nostra azione, l’ideale per chi ama pedalare facendo la giusta fatica.

Tutto questo malgrado i pneumatici Pirelli Scorpion limitino un po’ questo beneficio perché hanno una tassellatura molto aggressiva che apprezzeremo di più in fuoristrada.

La salita

Il motore è dolce e aiuta in modo molto naturale sulle salite meno ripide ma anche quando le pendenze si impennano e il percorso si popola di rocce, radici e gradini di varie dimensioni. In queste circostanze, molto presenti nei nostri giorni di Test, l’equilibrio dinamico della Ducati TK01 RR si affianca alle doti del motore per offrire un’esperienza di guida molto fluida e precisa a tutte le velocità.

Spesso i mezzi più performanti danno il meglio di sé quando l’andatura e il ritmo crescono e le sospensioni riesco a lavorare bene. In questo caso le sorprese positive sono state la facilità e la sicurezza che la RR sa trasmettere al Rider quando il terreno si fa più insidioso e accidentato. Le ottime sospensioni Ӧhlins spianano tutte le asperità aiutate dalla ruota anteriore da 29” (dietro ha la 27,5”) che passa sopra a tutto.

In particolare abbiamo apprezzato il rendimento encomiabile della lunga forcella da 180 mm per un diametro quasi motociclistico di 38 mm che lavora egregiamente anche a bassissime velocità, annullando di fatto i piccoli ostacoli e smorzando quelli più imponenti. Anche la sospensione ad aria, sempre della Ӧhlins, aiuta a copiare alla perfezione il terreno senza far perdere mai aderenza al posteriore o innescare saltellamenti di sorta.

In questo entrano in gioco anche gli pneumatici Scorpion E-Mtb S della Pirelli, che ha debuttato solo recentemente nel mondo delle E-Bike ma è evidente che abbia attinto all’esperienza di tanti anni nel fuoristrada motoristico. Aggressivi al punto giusto, ci sono piaciuti molto sulle pietre e sulla terra anche umida, un po’ meno sul brecciolino e sul bagnato. Hanno la spalla ben strutturata, in linea con le ultime realizzazioni dedicate alle E-Bike, e questo permette di scendere di pressione per aumentare la loro trazione anche sulle rampe più ripide.

Questi risultati sono frutto di una scelta ciclistica orientata al Free Ride e al Gravity ma che offre una stabilità in salita di ottimo livello: con altre e-bike Trail o All Mountain abbiamo sofferto maggiormente la tendenza a impennare della ruota anteriore. In queste situazioni si perde direzionalità, la spinta sui pedali deve essere più dolce e quindi spesso non si riescono ad affrontare le salite estreme.

Ducati TK01 RR abbina un angolo di sterzo discesistico da 64,5° a un piantone sella da 75,5° che, unitamente alle altre quote ciclistiche, rendono l’avantreno molto stabile in salita ma senza essere pesante nelle altre situazioni: un ottimo compromesso.

Infine, le 12 velocità del cambio Deore XT di Shimano permettono di trovare sempre il rapporto per pedalare con la cadenza giusta.

“Misto stretto” e Rock Garden

Una e-bike da Enduro ha bisogno di ampi spazi per esprimersi al meglio. L’avevamo scritto durante la prova della Tkok TK01 e, già allora, ci eravamo dovuti ricredere sulle sue doti di maneggevolezza.

Quest’ultimo progetto ha lo stesso DNA e quindi eredita anche questa dote di polivalenza che permette di godere del mezzo in tutte le condizioni di riding, anche quando il percorso si fa più stretto con tornantini che richiedono un nose press per riuscire a curvare.

Intendiamoci, siamo vicini al suo limite, si percepisce che non è completamente a suo agio, il ruotone anteriore fatica un po’ a girare nello stretto e appena riusciamo a riprendere un minimo di velocità ritorna a essere più leggero e rassicurante. Ma secondo noi è un buon compromesso, con un po’ di “mestiere” la si porta su percorsi con velocità anche al limite del surplace senza farci rimpiangere troppo soluzioni ciclistiche più agili.

La discesa

Dopo il “misto stretto” andiamo ad affrontare delle discese che ci consentano di lasciare i freni e di far prendere velocità alla RR. Qui ci si rende subito conto che è nel suo ambiente naturale e con l’aumentare della velocità si rileva un equilibrio dinamico più in linea con il suo progetto.

La posizione in piedi è sempre centrale e solo raramente richiede un moderato fuori sella: questo consente di avere sempre un ottimo grip anche sulla ruota anteriore, che segue fedelmente la traiettoria impostata senza essere minimamente disturbata da pietre, salti o radici che incontra sul percorso.

Salti e pietre in successione vengono digerite con disinvoltura e così ci troviamo a scendere a velocità superiori rispetto alle nostre abituali: la sicurezza che trasmette ci permette di alzare l’asticella delle discese, osando percorsi più tecnici e aumentando la velocità di percorrenza. Questo è un aspetto entusiasmante che però non deve portare a spingerci oltre le nostre capacità di guida: in fuoristrada il rischio è sempre in agguato e se ci facciamo prendere troppo la mano rischiamo di giocarci dei “jolly” molto pericolosi.

Le Pirelli Scorpion forniscono anche in discesa il loro contributo garantendo una tenuta sempre di alto livello, una frenata sicura sia all’anteriore sia al posteriore, e una direzionalità sincera a tutte le velocità (un po’ meno sul brecciolino).

Il manubrio Renthal in carbonio da 800 mm smorza le vibrazioni più fastidiose e fornisce una rigidità che aiuta a gestire le discese alle velocità più sostenute.

I freni Shimano XT, forse non i più potenti sul mercato, sono molto modulabili, affidabili ed efficaci anche dopo averli sollecitati a lungo.

Per chi è la RR?

Le dotazioni di altissimo livello e la geometria permettono di soddisfare la clientela più esigente.

La prima risposta, ovvia, è che si tratti di un mezzo specialistico rivolto a una fascia ristretta di e-bikers amanti dell’Enduro, del Free Ride e, perché no, dei Bike Park. Utenti che abbiano delle buone capacità di guida per sfruttare al meglio l’elevato potenziale che la RR può offrire.

Ma non è solo così, se pensiamo alle sue doti di confort e di sicurezza percepita anche nella guida “turistica”, ci possiamo ricredere e immaginare un’utenza più vasta e variegata.

La variabile prezzo è indubbiamente determinante: siamo appena sotto i 7.500 Euro, una cifra importante per una “bicicletta”, ma che a nostro parere è giustificata dalla qualità dei suoi componenti e dalle ottime prestazioni dinamiche. Se guardiamo la concorrenza, è facile trovare prezzi di listino in linea se non superiori a questo.

Dunque il cliente della RR deve fare i conti anche con la propria disponibilità economica ed eventualmente valutare alternative più economiche come ad esempio la “cugina” di casa Thok, che si porta a casa con 5.250 Euro.

Comparativa in famiglia: TK01 vs TK01 RR

Lo sapevamo fin dall’inizio che saremmo arrivati a questa domanda: come si giustificano i più di 2.000 euro di differenza fra due emtb che condividono lo stesso telaio e le stesse logiche di utilizzo?

Il marchio Ducati Corse fornisce ulteriore fascino e prestigio ma non crediamo che questo abbia fatto lievitare il prezzo di listino: come già detto, la richiesta ci sembra in linea con il mercato.

La differenza è invece ricavabile dalla somma dai costi dei rispettivi componenti. Una cifra importante che in molti vorrebbero capire se vale la pena spendere.

La risposta è tutt’altro che semplice, prima di tutto perché la percezione è molto soggettiva e non si basa solo sulle capacità economiche del cliente ma soprattutto da quello lui ne ricava a livello di soddisfazione nell’acquisto di una piuttosto che dell’altra. Si diceva che al cuore non si comanda, l’acquisto di una E-Bike di questo livello viene fatto prima dal punto di vista emozionale e poi razionale, più col cuore che con il cervello.

Sul piano razionale le due TK01 permettono di fare sport simili. Anche le prestazioni assolute non sono tali da relegare la più economica ad un ruolo di gregaria: come sempre la differenza più grande la fa il “manico” e se le mettessimo in mano a un Top Rider potremmo immaginare che lui andrebbe molto forte con entrambe.

Cosa si percepisce maggiormente nel confronto fra le due? A nostro parere, la prima sensazione è basata sul diverso lavoro delle sospensioni, che sono anche l’elemento che contribuisce maggiormente all’aumento di prezzo. Più morbide e scorrevoli ma sostenute quando la velocità aumenta sulla Ducati, più rigide e meno sensibili le pur buone Rock Shox della Thok. La RR fornisce maggiore confort nell’uso più turistico e il giusto sostegno quando si spinge forte e nei salti.

Chi utilizza poco i freni in discesa, quando li tira ha bisogno che siano potenti e modulabili: gli Shimano XT della Ducati rispondono meglio a questa esigenza, fornendo più sicurezza nelle frenate al limite. All’utente medio il freno più potente permette di affaticare meno le dita e di godersi maggiormente la discesa più lunghe.

Il manubrio in carbonio è un altro strumento di confort perché smorza le vibrazioni più fastidiose facendo affaticare di meno le mani e le braccia, sia andando forte sia a velocità più contenute.

Ci fermiamo qui perché la valutazione a questo punto è solo vostra: se vi piacciono le TK01, scegliete voi quella che risponde meglio alle vostre esigenze e ai vostri gusti!

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