TK01, l’evoluzione della specie di THOK E-BIKES
THOK E-BIKES è un’azienda giovane, la loro prima e-bike venne lanciata nel 2017 dopo più di 2 anni di progettazione e collaudi: così nasceva la Mig, una emtb caratterizzata da una batteria esterna ancorata sotto il tubo obliquo, il loro sistema LGC – Low Gravity Center.
La leggerezza, il baricentro basso e l’estrema maneggevolezza abbinata ad una rassicurante stabilità erano i suoi punti di forza, supportati da un prezzo di vendita aggressivo reso possibile dalla vendita online che riduceva i costi di intermediazione. Ma anche grazie al prezzo fisso e alla scelta di non prevedere il “model year” che comportava una svalutazione del modello precedente. La Mig era una All Mountain che strizzava l’occhio all’Enduro, un mezzo polivalente e molto divertente da “raidare”.
Tutte queste scelte sono ancora attuali a conferma di una politica commerciale che privilegia il contatto diretto con il cliente. La Mig è stata sostituita dalla Mig 2.0 che ne eredita le stesse logiche di fruizione ma con un telaio caratterizzato dal top tube allungato, l’angolo sterzo più aperto e il tubo sella dritto per ottenere comfort di guida, una migliore trazione e un buon controllo di guida nel tecnico. Completato le novità della Mig 2.0 le mullet weels, le ruote differenziate con l’anteriore da 29” e la posteriore da 27,5”.
Il mercato nel frattempo si è orientato verso telai con batterie integrate nel tubo obliquo che rendono le linee delle emtb sempre più snelle e sinuose e che dissimulano la presenza del motore, anche lui sempre più piccolo e nascosto alla vista. Si è anche assistito a un aumento importante nell’escursione delle sospensioni, con l’ingresso sul mercato di una moltitudine di modelli E-enduro.
La TK01 di THOK E-BIKES
Per rispondere a queste esigenze THOK E-BIKES ha deciso di affiancare alle Mig 2.0 una nuova generazione di emtb più spinte verso il gravity, le TK01. La prima di questa nuova famiglia è stata prodotta in serie limitata, 35 esemplari andati sold out in pochi giorni dal lancio. Ma era già nell’aria una nuova versione con una dotazione e un prezzo più raggiungibili che è attualmente in vendita sul sito del produttore e visibile in alcuni Thok Point presenti su tutto il territorio italiano. Le TK01 sono in consegna da metà novembre ai primi fortunati acquirenti, gli altri dovranno aspettare fino ai primi mesi del prossimo anno: è l’effetto Covid 19, purtroppo!
Noi di E-BikeTour.net siamo onorati di poterla provare quasi in anteprima, per confrontarla con le altre già testate e recensite sui nostri canali web e social negli anni scorsi.
Come va a motore spento la TK01
Come va a motore spento una e-bike? Ma a cosa serve una prova di questo tipo?
Serve molto di più di quanto si immagini: non solo quando finisce la batteria, che si spera non accada mai, ma anche quando il nostro itinerario è al limite dell’autonomia elettrica del motore e, durante il tragitto, dobbiamo prevedere anche l’utilizzo della sola propulsione muscolare. Ma non solo, un motore senza trascinamento montato su una emtb scorrevole consentono di aumentare l’autonomia e la velocità massima oltre i 25 km/h, quando il motore non assiste più … ovviamente anche con il contributo delle nostre gambe!
Per questi motivi è un test che facciamo sempre sui mezzi in prova e su cui abbiamo maturato una buona esperienza, dai faticosissimi Bosch di prima generazione ai Fazua che si sganciano completamente a motore spento.
Shimano ci dice che con il nuovo EP8 sono stati ridotti del 36% gli attriti e questo si percepisce subito a motore spento: fin dalle prime pedalate la TK01 risulta scorrevole e piacevole da pedalare, riduce virtualmente in parte il peso aggiuntivo tipico delle ebike. Anche quando la strada si inclina verso la salita, la pedalata è ancora gradevole a condizione di avere un minimo allenamento nelle gambe. Una differenza ancora più significativa l’abbiamo riscontrata in velocità, quando viene superata la soglia di assistenza: con l’E8000 si rilevava un “gradino” che non permetteva di procedere con la stessa fluidità e si subiva una sorta di freno motore che penalizzava la velocità massima. Con l’EP8 queste sensazioni sono molto affievolite e ci siamo trovati spesso a pedalare poco sotto i 30 km/h senza quasi rendercene conto.
Questo passo in avanti del motore si abbina a una ciclistica veramente a punto della nuova Thok che, malgrado i 170 mm di escursione, si pedala molto bene senza fastidiose oscillazioni delle sospensioni e con una scorrevolezza che non fa pensare di essere su una emtb progettata in ottica gravity.
La TK01 in salita
“TCG – THOK CONTROL GEOMETRY PLUS è la geometria THOK di ultima generazione, caratterizzata da top tube allungato “Viper head”, nuovo standard di head tube tapered 1.8, angolo sterzo 64,5° e tubo sella dritto con angolo 75,5°, che assicurano comfort di guida e maggiore controllo nei passaggi più tecnici.”
Questa è la promessa che troviamo sul sito del produttore, andiamo a verificare se è proprio così iniziando con una salita di media difficoltà con fondo sconnesso: la TK01 sale senza tentennamenti passando sopra a tutto con estrema precisione di guida perché l’avantreno è incollato al terreno e quindi è molto direzionale e copia bene le asperità del terreno.
Il cambio Sram NX a 12 velocità fa la sua parte con un’ampia gamma di rapporti che soddisfano le esigenze di tutti gli e-bikers, con una cambiata rapida e abbastanza precisa (Sram richiede una buona messa a punto per lavorare bene).
Up-Hill, quando il gioco si fa duro
Acquistando una emtb da Enduro con escursioni generose e geometrie gravity probabilmente pensiamo prima alla discesa. Ma il bello della pedalata assistita è anche (e soprattutto) la possibilità di affrontare percorsi enduristici in salita, di superare scalini e radici grazie alle nostre capacità di guida e con il supporto di una spinta extra che ci deriva dal motore.
Alziamo dunque l’asticella, la salita si impenna e aggiungiamo gradini e radici a complicare la nostra ascesa. Anche in questa circostanza la nostra Enduro ha un comportamento neutro e soprattutto ci colpisce la comodità in sella con una posizione molto naturale che non richiede un avanzamento eccessivo per compensare la forza di gravità e per tenere la ruota anteriore nella direzione giusta per superare gli ostacoli. Basta un colpo di pedale e un minimo richiamo al manubrio e i gradini vengono superati con la massima semplicità. In questa circostanza si ha l’impressione di essere su una emtb con un’escursione minore e una geometria più votata alla salita, la TK01 è una buona arrampicatrice!
Ultimo step, salita estrema, quelle da Boost: in questo caso lo sforzo necessario sui pedali comporta un lieve ondeggiamento del mono che tende ad alleggerire l’anteriore con conseguente perdita di precisone. Ma è un fenomeno abbastanza facile da controllare, con l’avanzamento sulla sella, testa in avanti e gomiti più chiusi la Thok ci porta in cima seguendo la traiettoria che vogliamo noi.
Il nuovo Shimano EP8
Shimano EP8 è cresciuto con una coppia salita fino a 85 nm e una erogazione ancora più fluida e facile da sfruttare.
Approfondiremo questo argomento con una recensione specifica: qui possiamo anticipare che la logica di funzionamento dei motori giapponesi è stata rispettata anche su questo EP8, che ha nella naturalezza della pedalata la sua arma migliore per competere con i tanti motori sul mercato.
È diminuita un po’ la rumorosità, ma non in tutte le condizioni di guida ed è migliorato il walk che adesso aiuta indipendentemente dal rapporto del cambio. Ma quello che ci ha impressionato di più è la fluidità del secondo livello di assistenza, il Trail che si attiva con modalità adattiva ossia che spinge in funzione di quanto si pesta sui pedali. In questo caso la differenza rispetto al E8000 è significativa perché è possibile “trialeggiare” in salita con dei surplace per cercare la migliore traiettoria e ripartire dolcemente, con un’azione del motore potente ma al tempo stesso molto gestibile.
Già l’E8000 era regolabile su 3 sottolivelli per adattarlo alle proprie esigenze ma sul nuovo Shimano la customizzazione possibile è molto più spinta e, per questo, anche più complessa. Noi abbiamo utilizzato prevalentemente il Profilo 2 impostato da Shimano che ci è sembrato molto equilibrato. C’è anche un Profilo 1 votato al risparmio di energia, per le escursioni lunghe che necessitano di maggiore autonomia: anche questo è selezionabile direttamente dal display senza bisogno di app e di smartphone.
E finalmente la discesa …
Ci siamo: siamo arrivati in cima e siamo ansiosi di goderci la discesa con la nostra E-enduro.
Iniziamo a scendere senza spingere troppo, i trail sono pieni di foglie, le pietre sono coperte e possono essere insidiose sotto le ruote. La risposta della TK01 è neutra, rassicurante. Anche in questo caso non è necessario accovacciarsi dietro la sella per compensare le forze in gioco: una posizione centrale consente discese anche molto ripide con sbalzi e gradini, le lunghe sospensioni copiano tutto. Probabilmente fa la sua parte anche il “Precise Front End”, la novità Thok per la zona sterzo che promette maggiore rigidità e precisione di guida.
Aumentiamo il ritmo e la TK01 ci asseconda senza battere ciglio, si capisce subito che il suo limite è molto più alto, probabilmente più alto di quello della maggior parte degli e-biker: ma questo è un bene perché così garantisce uno standard di sicurezza maggiore a chi non è un Pro. Però non dimentichiamo che la sicurezza che ci trasmette può avere due facce: se ne abusiamo ci potremmo trovare a velocità che non siamo in grado di gestire, con lei ci potrebbe capitare!
Anche nel “ripido e scassato” ci asseconda con una scorrevolezza sulle asperità che semplifica tutte le nostre manovre. Ci permette di andare un po’ più forte per poter superare i tratti più ostici alla velocità giusta per far galleggiare le ruote e farle girare sugli ostacoli. Inoltre lo standover ribassato e il reggisella telescopico con lunga escursione garantiscono una maggiore rigidità del telaio e aiutano ad essere sempre alla giusta altezza da terra, per poter dare la “zampata” provvidenziale o scendere al volo quando serve.
Le sospensioni ci sono piaciute: la forcella Rock Shox Yary e l’ammortizzatore Rock Shox Deluxe R, ambedue da 170mm, sono di fascia media ma su questa E-enduro hanno lavorato bene assorbendo le asperità e non compromettendo il piacere di pedalare sui trasferimenti stradali. L’unico appunto che si potrebbe muovere è sulla loro scorrevolezza: alzando parecchio il ritmo tendono a trasmettere reazioni più secche ma senza mai creare problemi nella guida o perdite di aderenza. Non dimentichiamo che stiamo testando una e-bike inserita in una fascia di prezzo a nostro parere coerente con il montaggio proposto e che sospensioni più performanti farebbero lievitare di parecchio il prezzo di listino.
I freni SRAM GUIDE T a 4 pistoni si sono rivelati efficaci anche se non potentissimi. Questo però ha permesso una buona modulabilità e controllo sui terreni con meno grip. Il montaggio della pinza freno direttamente sul telaio ha contribuito sicuramente ad ottenere una maggiore efficienza di frenata. Anche qui potremmo pensare ad un impianto più potente ma sarebbe soprattutto uno sfizio: noi li abbiamo strapazzati per bene e non ci hanno mai tradito.
Un ottimo compromesso fra scorrevolezza, trazione e impronta a terra: stiamo parlando delle ruote differenziate montate di serie con copertoni Maxxis Assegai 3C / EXO+ / TR nella larghezza di 2,6. Le Maxxis sono sempre una garanzia, soprattutto se sono montate tubeless e magari abbinate salsicciotti per assorbire i colpi più forti.
Maneggevolezza da primato
Abbiamo portato la TK01 anche su un terreno che non è sicuramente quello che più si addice ad una E-enduro: sentierini stretti e tortuosi in mezzo a boschi dove spesso fatica a passare il manubrio e con frequenti sali scendi in mezzo a rocce e radici da affrontare a bassissima velocità. È difficile prendere il ritmo in quelle condizioni, l’agilità della bici diventa il suo vero punto forte.
Qui la E-enduro di casa Thok ci ha davvero stupito per la capacità di destreggiarsi a basse velocità, talvolta al limite del surplace, aiutando il biker con una docilità fuori dal comune anche per una All Mountain.
Un segno distintivo per Thok fin dal lancio della prima Mig ma che non ci aspettavamo di trovare anche su questo progetto così diverso. Invece il particolare design del tubo obliquo della TK01 e la sua verticalizzazione hanno permesso di integrare la nuova batteria da 630W posizionandola più vicino al motore e garantendo quindi un baricentro molto basso, a tutto vantaggio della guidabilità e della maneggevolezza.
L’autonomia della batteria integrata da 630 w
Non abbiamo utilizzato a sufficienza la TK01 per avere una risposta attendibile sull’autonomia della Thok equipaggiata con il nuovo EP8 con batteria integrata da 630 wh. Possiamo solo dire che l’abbiamo strapazzata a dovere e siamo ritornati sempre a casa con una buona riserva di energia: il consumo ci è sembrato in linea con la precedente versione e con gli altri motori sul mercato.
Una E-enduro per tutti?
Domanda difficile a cui dare una risposta. Passando dal Cross Country al Downhill si incontrano almeno una decina di varianti che rispondono a esigenze altrettanto differenti. Ma allora perché tutto questo successo per le E-enduro? Possibile che ci siano così tanti e-bikers così affamati di velocità?
Dobbiamo considerare che la coperta è sempre corta, quello che ottieni in salita lo devi cedere in discesa e viceversa. Il “più” non è sempre sinonimo di “meglio”. In molti casi abbiamo sperimentato che lunghe escursioni delle sospensioni rendevano la guida esilarante sul veloce ma molto meno divertente nei tracciati più lenti e tortuosi. E anche nei trasferimenti su strade e sterrati spesso la ciclistica poco frenata rendeva “ondeggiante” il nostro avanzare.
Non è questo il caso: abbiamo detto che la maneggevolezza della TK01 è uno dei suoi punti forti, in abbinamento alla stabilità e sicurezza che sa trasmettere nei trail ad alta velocità. E ci siamo anche divertiti a pedalarla sui trasferimenti, talvolta anche a motore spento.
Una emtb per tutti, dunque? Sicuramente molto di più di altre dello stesso segmento ma dobbiamo considerare la maggiore spesa che si porta dietro un progetto evoluto come quello di una E-enduro e fare una valutazione sulla nostra inclinazione ai percorsi tecnici e alla velocità: la risposta è troppo soggettiva per poterla proporre senza rischiare di essere superficiali. La lasciamo dunque a voi, nella speranza di esservi stati utili per fare la scelta giusta.