Rocky Mountain è un brand noto ai bikers più esigenti per la qualità e le performance sempre di altissimo livello dei suoi prodotti.
Ma cosa hanno di diverso rispetto alla migliore concorrenza?
Queste MTB canadesi nascono in un contesto naturalistico che esalta e stimola i suoi progettisti a cercare sempre un obiettivo più ambizioso, di alzare l’asticella delle proprie creazioni dopo averle testate per mesi, spesso per anni.
Rocky Mountain Powerplay
È successo così anche per la PowerPlay, la E-Mtb di casa Rocky Mountain, che è stata presentata relativamente tardi sul mercato, nel 2017, quando tutti i principali competitor avevano già giocato le loro carte. Ma anche in questo caso la PowerPlay è uscita dal coro, con un motore elettrico proprietario, il DynaMe™, che ha stupito e incuriosito per la forma oversize rispetto alla concorrenza che era ed è ancora alla ricerca della massima compattezza di forme e dimensioni. Ma nel contempo la PowerPlay ha sfoggiato una linea che ha ricordato subito le Mtb senza pedalata assistita, le geometrie molto racing e reattive e il dimensionamento dei tubi che dissimulano la presenza della batteria. Per questo la scelta è ricaduta subito sulla batteria integrata nel tubo obliquo, inizialmente da 500 Wh e adesso disponibile fino a 672 Wh con la possibilità di abbinare un extender da 330 Wh, fissato subito sopra al motore per abbassare i pesi a beneficio di un baricentro ottimale. In Rocky Mountain l’extender lo chiamano Overtimepack è ha un funzionamento inconsueto: se la batteria principale è carica, prima viene utilizzato Overtimepack e poi la batteria. Se invece la batteria è scarica, l’extender ha una funzione di ricarica che porta la batteria a circa metà della sua carica in 2 ore: una riserva di energia sempre presente anche quando non abbiamo la presa a cui attaccare il caricatore. Poi possiamo staccare l’extender e girare senza pesi ulteriori. Oppure, con tutte le batterie cariche, possiamo contare su oltre 1.000 Wh di autonomia!
Un motore “proprietario” diverso da tutti gli altri
Ma ritorniamo al motore, che è il vero marchio di fabbrica della PowerPlay. In cosa si distingue rispetto agli altri? La dimensione importante cela una logica di funzionamento diversa da tutte le altre ebike: Rocky Mountain utilizza la stessa trasmissione di una mtb e il collegamento al motore avviene tramite una seconda piccola corona posto poco sopra a quella principale. In questo modo il movimento centrale, ossia l’asse delle pedivelle, non è passante all’interno del motore e questo richiede uno strano giro della catena e due galoppini extra. Ecco spiegate le dimensioni maggiori rispetto ai motori a cui siamo abituati. Perché questa scelta tecnica così inusuale e, se vogliamo, anche più complicata? Risposta semplice quanto articolata: maggiore naturalezza, coppia più potente solo quando serve, più sensibilità sui pedali. Ma anche una coppia a cadenza più bassa che valorizza la pedalata dell’utente medio ossia attorno ai 70-80 rpm.
Come funziona?
In pratica il DynaMe™ legge il carico sui pedali direttamente dalla catena e non dall’asse delle pedivelle. Questo gli permette di essere molto più preciso nell’erogazione dell’assistenza che, sulla PowerPlay, segue fedelmente la curva di erogazione di chi pedala senza motore ma con un gap importante di aiuto quando la spinta sui pedali è più incisiva. Dai grafici si comprende bene il funzionamento del motore: all’inizio spinge poco, quanto basta per far muovere la bici, ma quando la spinta sui pedali aumenta anche la sua azione diviene più vigorosa, pur sempre nel rispetto della massima naturalità della pedalata. E questo si sente soprattutto a cadenze di pedalata mediamente più basse rispetto ad altri motori, per enfatizzare la spinta nell’utilizzo “normale” dell’e-bike, con un ulteriore picco quando dobbiamo affrontare salite impegnative o ostacoli e la nostra cadenza aumenta spingendo il motore fino ai valori massimi di coppia.
Come va DynaMe™ rispetto ai motori della concorrenza?
Un confronto con Shimano? Con il nuovo EP8 abbiamo rilevato un ulteriore passo in avanti di questo motore verso un mix ottimale di naturalità e potenza (qui trovi la comparativa fra Shimano EP8 ed E8000). Ma il DynaMe™ è ancora differente: quando abbiamo iniziato la nostra prova ci è sembrato che aiutasse poco, che fosse settato basso e quindi adatto solo a chi vuole faticare anche su una bici elettrica. Ma con l’aumentare della spinta sui pedali abbiamo rilevato anche un ISTANTANEO quanto NATURALE maggiore aiuto del motore, sempre sotto controllo e mai invasivo. Nei passaggi tecnici questo ci ha semplificato molto la vita perché non abbiamo mai riscontrato pattinamenti di potenza o impennate incontrollate ma sempre un’azione naturale e prevedibile, anche quando gli ostacoli da superare sono stati importanti. Si, perché la coppia di oltre 100 Nm della PowerPlay viene fuori proprio quando serve e solo per il tempo strettamente necessario al superamento del gradino o del ripidone. Questo in linea di massima, attraverso l’app dedicata è poi possibile personalizzare ulteriormente l’assistenza e l’erogazione del motore.
Shimano EP8 da parte sua è altrettanto personalizzabile e gestibile sui percorsi tecnici ma con un comportamento meno immediato, sia quando si inizia a spingere, sia quando si smette di pedalare. Sono differenze di decimi di secondo, forse meno, sono sensazioni che si rilevano solo pedalandoci sopra e dopo un po’ di pratica per comprenderne bene le rispettive logiche di funzionamento. In ogni caso, in Trail Shimano fornisce un’assistenza simile a uno skilift, efficace e inarrestabile ma comunque presente anche quando si riduce la pressione sui pedali. La sua curva di coppia rimane proporzionalmente più alta rispetto a quello che sarebbe stata la nostra pedalata non assistita. Rocky Mountain punta proprio sulla rapidità di adattamento alla pressione sui pedali e alla massima proporzionalità fra questa spinta e l’aiuto dell’assistenza elettrica. Sono concetti più facili da sperimentare dopo alcune ore in sella piuttosto che da spiegare, ma speriamo di essere riusciti a far comprendere a grandi linee le diverse logiche di comportamento.
Se il confronto lo avessimo fatto con il motore Bosch di quarta generazione la differenza sarebbe stata ancora maggiore e, forse, sarebbe stato più facile farsi capire. Ma in questo caso saremmo andati su due unità elettriche con meno punti in comune, con logiche di fruizione differenti e, secondo noi, pensate per e-bikers altrettanto differenti.
Approfondiamo la conoscenza …
Per un approfondimento sulla Rocky Mountain PowerPlay e sulle sue caratteristiche di guida cediamo la parola ai colleghi e amici di ebikefind.com che recentemente hanno avuto modo di provare a fondo una Rocky Mountain Instinct PowerPlay Carbon 90 BC Edition 29” – MY2021.
La loro esperienza di guida è in linea con la nostra, che risale a qualche tempo fa, quando abbiamo testato una Altitude con ruote da 27,5”: stessa reattività, stesso divertimento in discesa e anche una maneggevolezza simile, a conferma che spesso le geometrie del telaio e la distribuzione dei pesi sono più importanti rispetto al diametro delle ruote (la Instinct testata da ebikefind è gommata 29”).
Ecco l’ebike test della Rocky Mountain Instinct PowerPlay Carbon 90 BC Edition.
Buona lettura e alla prossima recensione!